Una ricercatrice indipendente ha lanciato una nuova ipotesi su chi potrebbe essere la donna dipinta da Leonardo Da Vinci e nota a tutti come la gioconda.
Ci sono opere artistiche così famose da essere conosciute da tutti e in tutto il mondo. E tra queste, una delle più importanti è senza alcun dubbio quella rappresentata dal dipinto della Gioconda realizzato da Leonardo Da Vinci. Un quadro da sempre considerato tra i più belli al mondo, misterioso e per questo oggetti dei desideri di molti.
Tra i tanti misteri che la contraddistinguono c’è ovviamente anche quello legato alla sua identità. Nel corso dei secoli, infatti, nessuno ha mai saputo dire con certezza chi si nascondesse dietro quel disegno. Oggi, però, qualcosa potrebbe essere cambiata grazie all’intuizione di una ricercatrice indipendente.
Chi si nasconde dietro il volto della Gioconda secondo la nuova ipotesi
Come riportato dal Corriere della Sera, la nuova ipotesi sulla possibile identità della Gioconda, arriva dalla ricercatrice indipendente Carla Glori.
A detta della ricercatrice, infatti, il soggetto del quadro potrebbe essere Bianca Giovanna Sforza, figlia prima illegittima e infine riconosciuta, di Ludovico il Moro.
La Glori ha anche spiegato che ad avvallare l’ipotesi c’è il soggetto dipinto alla sinistra della donna del quadro che altro non è che il ponte Gobbo di Bobbio. Un simbolo della città che si trova in provincia di Piacenza. Bianca Sforza, nata nel 1482 e morta nel 1496, poco prima della morte si era sposata con Galeazzo Sanseverino. E il quadro, secondo la Glori, sarebbe stato proprio un ritratto nuziale della donna.
Com’è stato riconosciuto il ponte Gobbo di Bobbio
Per arrivare a riconoscere il ponte nel disegno, la ricercatrice avrebbe eseguito diverse analisi storiche basandosi sulle forme che il ponte aveva ai tempi del dipinto. Allora, infatti, comprendeva cinque archi irregolari e delle caratteristiche simili a quelle presenti nel quadro di Leonardo Da Vinci.
Un altro indizio importante è dato infine da un arco presente sotto uno strato di colore che identificherebbe la vista esatta da una delle finestre del castello da cui era possibile vedere appunto il famoso ponte Gobbo. Un indizio a cui la ricerca di Carla Glori ne ha aggiunti diversi altri, tutti identificabili nel dipinto. Si apre quindi una nuova possibilità circa una delle opere più importanti realizzate da uno degli uomini più famosi di tutti i tempi.